lunedì 29 agosto 2011

Rudolf Jacobs, il tedesco che divenne partigiano

La mia piccola patria, dietro la Linea gotica sa scegliersi la parte”. Così cantava Giovanni Lindo Ferretti, nella canzone Linea Gotica , facendo riferimento al “comandante Diavolo”, il partigiano Germano Nicolini e al “monaco obbediente”, ovvero Giuseppe Dossetti. Figure note dell’antifascismo e della Resistenza. Molto più di Rudolf Jacobs. Un tedesco.

Conosciuto soprattutto nella città di Sarzana, provincia di La Spezia, dove morì e dove è sepolto. Alla sua memoria il regista Luigi Faccini ha dedicato prima un libro (L’uomo che nacque morendo, 2006) e ora un docu-film, che sarà proiettato come evento speciale della sezione “Controcampo Italiano” alla mostra del Cinema di Venezia, il 2 settembre. Rudolf Jacobs – L’uomo che nacque morendo, come si intitola il lavoro dell’instancabile documentarista, prodotto dall’altrettanto instancabile Marina Piperno (di recente insignita del Nastro d’Argento dalla carriera) vide la luce nel 1914, figlio di un importante architetto di Brema. Esperto lui stesso di costruzioni difensive, venne mandato dagli alti comandi nazisti in Italia, nel 1943, a Lerici, perché lì Rommel temeva uno sbarco alleato.

Ben presto però passò dalla parte dei partigiani. Pagando con la vita il suo gesto. Jacobs, che si unì al Cnl di Lerici iniziando a combattere i propri connazionali, venne ucciso il 3 novembre 1944 mentre era al comando di un’azione partigiana contro le brigate nere. Il regista – autore di decine di documentari, tra cui lavori sulle periferie ben prima che diventassero un “luogo comune” per cinema e documentari (Notte di stelle e Giamaica , girati nei primi anni Novanta a Tor Bella Monaca) – si è immedesimato totalmente nella figura di Jacobs. Le ragioni sono tante. E una è molto personale.

Da piccolo – racconta Faccini – nell’agosto del 1944 scampai alla strage di San Terenzo Monti, sulle Alpi Apuane. Morirono 159 persone. Non avevo neppure 5 anni e ne uscii vivo per caso, grazie a mio zio. Per anni sentire parlare tedesco mi faceva accapponare la pelle. Raccontare quest’uomo mi ha riconciliato anche con una parte della mia memoria”. Ovviamente però il desiderio di parlare di questa scelta, così sconcertante e coraggiosa, vuole parlare anche al presente del nostro Paese. “Chi agì secondo giustizia e libertà in un momento estremo come la guerra al nazi-fascismo, dovrebbe essere ricordato oggi in Italia. Qui abbiamo dimenticato totalmente la Costituzione. Mentre Jacobs, presentandosi alla formazione partigiana a cui si unì, disse: “Darei la mia vita pur di abbreviare di un solo minuto questa guerra insensata”. Una frase potentissima. Jacobs vuole compiere un’azione esemplare e vuole far sapere ai tedeschi che c’è uno di loro contro Hitler, contro l’occupazione.

Jacobs costruiva bunker e fortificazioni. Non era un combattente. “Ma a Lerici si distinse subito: aveva molto riguardo per i bambini italiani, cui dava da mangiare se non ne avevano. Ma distribuiva cibo anche alla gente comune. Il Cnl locale lo iniziò a sorvegliare e poi lo avvicinò. E lui aderì alla lotta antifascista. Come recita il titolo, quest’uomo nacque morendo. Ovvero con la sua morte affermò le proprie idee e l’auspicio di una nuova umanità”. Il film, infatti, si conclude con una dedica: All’Europa che verrà. “Che ancora non c’è – dice con rammarico Faccini – visto che esiste solo l’Europa dell’economia”.

Il film, inizialmente, era stato proposto alla Rai. “Ne parlammo all’allora consigliere d’amministrazione Rognoni. Sembrava che la storia potesse interessare il servizio pubblico. Ma poi calò il silenzio. Alla fine, dopo una lunga attesa, chiedemmo a un dirigente che si occupava di fiction e ci disse: “Un sequel della fiction su San Francesco fa più al caso nostro”. Così non se ne fece niente. E io e Marina lo abbiamo autoprodotto in totale autonomia”. La Piperno, che nasce giornalista e dagli anni Sessanta sostiene un cinema indipendente e corsaro, è anche la compagna di Faccini. Assieme hanno realizzato anche due film su don Andrea Gallo: Andrea, dicci chi sei e Fiore pungente. “Con Andrea siamo ormai amici – dice il regista – Infatti verrà a Venezia, il 2 settembre, per l’incontro con il pubblico. Ha deciso di sostenere personalmente questa storia”. La vicenda sconosciuta di un uomo che lasciò i propri privilegi per unirsi alla Resistenza. Uno che sapeva da che parte stare.

Elisa Battistini

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